La circolazione è essenziale
La circolazione del sangue è essenziale per tutti i tessuti del corpo umano, senza circolazione sanguigna i tessuti vanno in necrosi, quindi muoiono. Questo ovviamente vale per il cuoio capelluto con tutti gli annessi cutanei, quindi con i follicoli che generano i capelli. Con la calvizie comune, le zone dello scalpo che si diradano presentano spesso fibrosi che può dare l’idea di un tessuto meno irrorato e vascolarizzato. Un vero e proprio “cuoio” in cui il sangue sarebbe carente.
Lo scalpo con calvizie
Nello scalpo affetto da calvizie, nelle zone diradate o anche completamente glabre, non manca il sangue. Di questo ce ne se può rendere facilmente conto se ci si procura una ferita o se si praticano certe tecniche come ad esempio il microneedling con aghi che vanno oltre a 1 mm di profondità. Per anni, prima che venissero ufficialmente approvati i farmaci contro la calvizie, come il minoxidil topico e la finasteride orale, si sono usate varie sostanze per incrementare la circolazione locale e contrastare la calvizie.
Rubefacenti e simili
Sostanze cosiddette rubefacenti, ossia che arrossano la cute aumentando la circolazione sanguigna, sono state applicate e sperimentate a lungo con risultati non soddisfacenti. Una preparazione a base di acido nicotinico era pubblicizzata anni fa come apportatrice di “benefico rossore”, ma di fatto preparazioni simili si sono più che altro limitate a rappresentare dei buoni tonici per la cute dello scalpo.
Ginnastica e dintorni
Seguendo la teoria della circolazione sanguigna in funzione anticalvizie, sono state sviluppate tecniche come la cosiddetta “ginnastica facciale”. Si tratta nell’utilizzo dei muscoli frontali per far scorrere la galea aponeurotica lungo il cranio e così muovere lo scalpo aventi e indietro. Questa tecnica pare aver dato risultati degni di nota nei pochi “pionieri” della stessa e molto meno negli adepti che l’hanno formulata e rivisitata con vari accorgimenti.
Fig.1: L’evoluzione tricologica del principale pioniere della “Ginnastica facciale”, Giovanni Serri Pili (dal libro “Mai più calvi” dello stesso Giovanni Serri Pili).
Un evoluzione di questa tecnica è stato, per esempio, l’utilizzo di una fascia pneumatica che sollevasse lo scalpo dal cranio favorendone la circolazione sulla cute sollevata. Un’altra tecnica prevede l’utilizzo di panche ad inversione per far affluire il sangue allo scalpo restando in posizione rovesciata per alcuni minuti.
Calvizie e circolazione sanguigna: l’ultimo grido
La tecnica pro-circolatoria che si è posta in evidenza più di recente è quella inventata da un utente del forum Ieson della comunità italiana anticalvizie. L’inventore ha praticato per mesi una specie di massaggio sui lati dello scalpo facendo rotolare lungo le pareti un oggetto cilindrico, un bicchiere, facendo pressione solo rotolandolo verso l’alto e non riportandolo in basso. Questo per “spremere” il sangue verso la sommità della testa e, quindi, portandolo verso lo scalpo, avendo cura di non riportarlo verso il basso.
Le foto di prima e dopo che ha mostrato evidenziano un miglioramento almeno per quanto riguarda lo spessore dei capelli in una situazione di diradamento diffuso.
Lo studio sul minoxidil
Proprio di recente è stato pubblicato uno studio polacco sull’efficacia del minoxidil 5% su delle pazienti con diversa vascolarizzazione dello scalpo. Settantasei pazienti con diagnosi di calvizie femminile sono state sottoposte a biopsia del cuoio capelluto (in zona vertex, ossia l’apice della testa) per una valutazione istologica della vascolarizzazione del cuoio capelluto (sulla base dell’espressione di CD31 nel materiale tissutale esaminato). Le pazienti sono state sono state divise in due gruppi: con vascolarizzazione elevata (44%) oppure scarsa (56%) del cuoio capelluto.
Fig.2: I risultati di una paziente a 0 (sinistra in alto), 6 (destra in alto) e 12 mesi (centro in basso) con minoxidil 5% (dallo studio).
Vascolarizzazione alta e bassa
La vascolarizzazione elevata del cuoio capelluto è stata definita come il numero di vasi sanguigni vascolari superiore al valore mediano per la popolazione vasi in studio, cioè più di 60 vasi per cm2. Invece, la scarsa vascolarizzazione è stata definita equivalente a 60 vasi sanguigni per cm2 o meno.
Su questo campione di più di settanta donne non è stata riscontrata una differenza nella gravità della calvizie in base al diverso grado di vascolarizzazione rilevato nello scalpo.
Ipotesi e risultati
L’ipotesi di partenza dello studio era che le pazienti dotate di migliore vascolarizzazione dello scalpo avrebbero ottenuto i migliori risultati con minoxidil. Considerando gli effetti del minoxidil sulla vascolarizzazione, i ricercatori si aspettavano che le donne con una vascolarizzazione più elevata dello scalpo avrebbero ottenuto risultati superiori dopo 6 mesi di applicazione del farmaco topico. Invece, alla fine del test e nel controllo a 12 mesi, non è stata riscontrata alcuna differenza tra i risultati ottenuti dalle pazienti con minore vascolarizzazione e quelle con vascolarizzazione dello scalpo più elevata.
Il 68% delle pazienti trattate con minoxidil 5% dopo sei mesi ha bloccato la calvizie, mentre più del 57% ha avuto ricrescita di nuovi capelli. Il controllo di chi ha proseguito la terapia oltre il sesto mese ha mostrato stabilizzazione dei risultati raggiunti.
Alcune conferme
Negli studi condotti fino ad oggi, è stato dimostrato che l’efficacia della terapia con minoxidil è correlata all’età del paziente e alla durata della calvizie. Questo studio conferma i risultati precedenti, pertanto i pazienti il cui trattamento è finalizzato all’inibizione della calvizie beneficiano maggiormente dalla terapia con minoxidil rispetto ai pazienti la cui terapia è mirata al recupero dei capelli persi.
Le azioni del minoxidil
Al minoxidil vengono riconosciute almeno tre azioni che portano alla ricrescita dei capelli. La prima azione è la promozione di fattori di crescita come VEGF, HGF e IGF-1. Tra questi fattori solo il VEGF, ossia il fattore di crescita vascolare endoteliale, riguarda la circolazione sanguigna. La seconda azione è l’inibizione della morte delle cellule (apoptosi) della matrice del follicolo ad opera del TGF-β agendo sui canali del potassio e sul recettore della sulfonilurea SUR2B della membrana interna dei mitocondri. La terza azione è la dilatazione delle piccole arterie dei follicoli con l’aumento dell’afflusso di sangue alla papilla dermica agendo sempre sui canali del potassio e sul SUR2B della membrana plasmatica delle cellule della muscolatura liscia.
Proprio questa terza azione è quella vaso-dilatante e per questo molti la considerano come principale. Tuttavia, si è constatato da tempo che solo pochi vasodilatatori come il minoxidil e il diazossido portano alla crescita di peli e capelli.
Terapia chimica e fisica
L’azione di minoxidil sulla circolazione sanguigna locale non è una delle proprietà attribuite a questo farmaco nelle terapie anti-calvizie. Questo spiega perché i metodi che puntano all’incremento della circolazione sanguigna nello scalpo non portano agli stessi risultati ottenuti con minoxidil.
Fig.3: La fascia pneumatica per i capelli solleva lo scalpo dal cranio (immagine dal sito Grow Band).
La terapia chimica ottenuta con le molecole di minoxidil dà in media risultati più significativi e più frequenti della terapie fisiche attive (come la ginnastica dello scalpo) e passive (come le fasce elastiche e pneumatiche o i massaggi).
Caduta capelli e circolazione
Le terapie fisiche partono quasi sempre dal considerare fondamentale per la genesi della calvizie la scarsa circolazione locale. In particolare, si ritiene che la parte superiore dello scalpo sia raggiunta con difficoltà dal flusso sanguigno anche per la conformazione del cranio e la diramazione delle arterie coinvolte nell’irrorazione della parte superiore delle testa. Sembrerebbe quadrare tutto, ma una simile ipotesi non spiega perché la calvizie sia meno diffusa tra le donne e perché comunque la calvizie femminile assuma una forma diffusa che si estende su tutte le parti della testa e di solito risparmi l’attaccatura centrale.
In altre parole, viene eliminato il ruolo degli ormoni che sono invece fondamentali nella calvizie comune rifacendosi a una questione puramente fisico-meccanica che è a dir poco molto riduttiva.
Altre incongruenze
Le teorie “circolatorie” della calvizie sembrano prendere in considerazione solo la posizione eretta con le difficoltà del sangue ad irrorare adeguatamente la parte superiore dello scalpo. Tuttavia, la posizione eretta è tenuta in genere solo per i due terzi della giornata e cessa di essere tale per diverse ore con il riposo notturno. Non si vede, quindi, come anche diverse decine di minuti al giorno impiegate nel tentativo di dare un maggiore afflusso sanguigno allo scalpo possano garantire una migliore irrorazione permanente dello scalpo rispetto a diverse ore passate distesi a letto.
Mancano studi
Sulle pratiche che mirano a incrementare la circolazione locale dello scalpo per contrastare la calvizie mancano studi. Alcuni sostenitori di queste pratiche pensano che questa mancanza sia dovuta all’assoluta gratuità di queste tecniche che non portano soldi nelle tasche di nessuno. In realtà, esistono alcuni studi sulla circolazione sanguigna in funzione anticalvizie e studi clinici sui massaggi allo scalpo. Gli studi scientifici in genere hanno comunque costi rilevanti e, pertanto, è normale che ne vengano effettuati pochi su terapie non consolidate che non possono ripagarne i costi.
La calvizie è tanto diffusa che è impensabile che dei ricercatori venuti a conoscenza di una tecnica che funzioni riescano a tenersi il segreto per sé e non applichino nemmeno la tecnica su loro stessi, solo per non rovinare il business dei rimedi contro la calvizie.
Luci e ombre
Chi ha seguito sui forum specializzati in capelli e loro patologie queste tecniche per anni può dire che non si tratta di tecniche inefficaci. Possono portare a un mantenimento della situazione, ma devono essere applicate con costanza. Proprio la costanza è il punto debole di queste tecniche perché spesso richiedono un impegno giornaliero di decine di minuti. Pochi sono capaci di mantenere questo impegno a lungo soprattutto se non assistono ai recuperi significativi sperati.
Non solo circolazione
Quando si ottengono dei risultati con queste tecniche si ritiene che il merito stia tutto nella migliorata circolazione sanguigna a livello dello scalpo. Invece, possono essere in gioco altri meccanismi. Ad esempio, il percorso di crescita denominato Hippo che è attivato proprio dalle sollecitazioni di tipo meccanico e che non dipende da una maggiore irrorazione sanguigna dello scalpo. Un’altra ipotesi che spesso i cultori di queste tecniche prendono in considerazione è quella del contrasto alla fibrosi dello scalpo affetto da calvizie. In particolare, a quella che sta attorno e sotto i follicoli miniaturizzati, la cosiddetta fibrosi peri-follicolare.
Fibrosi perifollicolare
Infatti, i follicoli miniaturizzati mostrano sotto di essi i cosiddetti “corpi di Arao”. Essi mettono in luce le quote in profondità decrescente degli alloggiamenti precedenti del bulbo del follicolo pilifero. Questo miniaturizzandosi diventa anche sempre più superficiale, oltre che più piccolo e con un fusto sempre più esile e corto dal ciclo di vita ridotto.
Il limite dei trattamenti
Il limite di tutti i trattamenti più efficaci contro la calvizie resta quello di non riuscire a far tornare terminali (ossia spessi e grossi) i follicoli e i capelli miniaturizzati. Ci sono degli specialisti che pensano che questa difficoltà sia dovuta proprio a questi corpi fibrotici che impedirebbero al follicolo di tornare in profondità e, quindi, di ritornare alle dimensioni originali generando un fusto di capello terminale. Il minoxidil e alcuni analoghi agiscono anche contro la fibrosi contrastando il collagene tipo I che la caratterizza. L’impressione è però che possano risultare efficaci contro la fibrosi solo nelle fasi iniziali del processo dell’alopecia andrognetica.
Limiti delle tecniche meccaniche
Le tecniche di tipo fisico-meccanico conseguirebbero risultati non eccezionali perché emulano solo l’attività anti-fibrotica e quella vascolarizzante del minoxidil. Queste azioni sono benefiche nel contrasto alla calvizie, ma non permettono di completare un recupero se la calvizie ha già superato gli stadi iniziali. Andrebbero, quindi, abbinate a sostanze che attivano la crescita per vie biochimiche, come appunto il minoxidil.
Fig.4: Uno studio sull’effetto del microneedling sulla calvizie maschile ha rilevato una migliore ricrescita dei capelli nelle persone che hanno utilizzato i trattamenti di microneedling con minoxidil 5% ottenendo una media di +91,4 capelli contro i soli +22,2 capelli ottenuti col solo minoxidil (da questo sito).
Microneedling
Una tecnica di questo tipo che potenzia i risultati di minoxidil è il microneedling effettuato anche solo due volte al mese. Il vantaggio di questo tipo di intervento fisico-meccanico sta nell’essere piuttosto saltuario. Questo lo rende in grado di offrire una migliore conformità (compliance) alla terapia del paziente aumentando la possibilità di conseguire risultati di lungo periodo.
APPROFONDIMENTI
https://calvizie.net/ginnastica-facciale-per-curare-la-calvizie-introduzione/
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