Come influiscono gli ormoni sui capelli? Gli ormoni del nostro corpo sono notoriamente attivi sulla nostra pelle, sui peli e sui capelli. Una recente pubblicazione ne riassume le attività. Vediamo quindi le loro diverse azioni e come influiscono sulla capigliatura.
Ormoni e capelli
Gli ormoni sono strettamente legati alla crescita dei capelli e hanno quindi un forte impatto sul ciclo e sulla struttura del follicolo pilifero. Molti ormoni controllano la crescita, il ciclo e la densità dei capelli e più in generale dei peli. I disturbi che influenzano il sistema endocrino possono indurre una serie di alterazioni fisiologiche della crescita e del ciclo dei capelli. Sia la calvizie che l’irsutismo hanno un impatto psicologico sulle persone che ne sono affette.
Androgeni in generale…
Sono i principali regolatori della crescita di peli e capelli nell’uomo. Agiscono sui follicoli piliferi attraverso l’interazione con i recettori intracellulari all’interno delle papilla dermica. L’impatto degli androgeni sui peli del corpo ad essi sensibili è quello di trasformare i peli vellus, che sono sottili, corti e dritti, in peli terminali che sono più grandi, più pigmentati e e spesso ricci in parti specifiche del corpo a seconda del sesso. In entrambi i sessi, gli androgeni trasformano i follicoli dei peli vellus ascellari e inguinali, così come i peli vellus del tronco e della barba dei maschi, in peli terminali con la pubertà.
…e nella calvizie
Nella calvizie comune, detta appunto alopecia androgenetica, gli androgeni agiscono al contrario rispetto a quanto abbiamo visto sopra. Miniaturizzano infatti i capelli della parte superiore della testa e della fronte con gradi di diversa estensione e gravità nei diversi soggetti. Il principale androgeno che ha questa azione è il DHT, un metabolita del testosterone. Il passaggio tra i due androgeni avviene tramite gli enzimi 5 alfa reduttasi. Farmaci come finasteride e dutasteride nonché attivi naturali come Serenoa e Ajuga inibiscono questa trasformazione e vengono quindi assunte per contrastare la calvizie comune.
Fig.1: gli androgeni fanno crescere i peli corporei, la barba, i baffi, e non riducono la crescita dei capelli, se non, nelle persone predisposte, quelli della parte superiore della testa.
Estrogeni
Gli androgeni subiscono un’aromatizzazione periferica nel tessuto adiposo che fa sintetizzare estrogeni. Nelle donne, gli estrogeni sono necessari per lo sviluppo dei peli pubici e ascellari. D’altra parte, è noto da tempo che gli estrogeni hanno un impatto significativo sui cambiamenti dei follicoli piliferi, influenzandone la crescita attraverso il legame con i recettori estrogenici ad alta affinità prodotti localmente. La menopausa è accompagnata da una diminuzione del rilascio di estrogeni e progesterone, che può portare al diradamento dei capelli. Al contrario durante la gravidanza, gli elevati livelli circolatori di estrogeni possono contribuire al prolungamento della fase di crescita dei capelli detta anagen. Viceversa si ritiene che il calo dei livelli di estrogeni nel periodo post-partum contribuisca alla perdita di capelli , nota come telogen gravidarum.
GH, ormone della crescita
Questo ormone incrementa l’azione degli androgeni sulla crescita dei peli legati al sesso. Nei maschi ipogonadici con deficit dell’ormone della crescita (GH), il testosterone necessario per stimolare la crescita dei peli ascellari può raggiungere circa 5 volte i livelli normali nei ragazzi affetti da ipogonadismo con GH nella norma. Per la calvizie si è dibattuto a lungo se il GH possa favorire la ricrescita dei capelli o meno. Gli ultimi studi indicano che può agire in modo sfavorevole al recupero dei capelli displasici.
Insulina e IGF-1
L’insulina e l’IGF-1 (fattore di crescita simile all’insulina) secondo gli studi indicati nella pubblicazione qui esaminata partecipano alla stimolazione dello sviluppo dei peli e lavorano in tandem con gli androgeni. Si fa inoltre notare che l’iperinsulinemia può aumentare la sintesi di DHT inducendo l’attività della 5α reduttasi. Va anche detto che questi ormoni apportano energia ai follicoli dei capelli e che sono stati utilizzati proprio per contrastare la calvizie in alcuni preparati. E’ possibile che l’uso topico sia più benefico dell’aumento dei loro livelli nella circolazione. Un fenomeno che sembrerebbe accomunarli ad altri ormoni e ad altre sostanze.
Fig.2: la prolattina è prodotta nelll’ipofisi o ghiandola pituitaria.
Prolattina
La prolattina è un ormone che svolge una funzione nella lattazione, nella riproduzione, nell’angiogenesi, nell’osmoregolazione e nello sviluppo dei peli e dei capelli. Nelle donne, la prolattina promuove l’allungamento del fusto dei capelli nella regione fronto-temporale del cuoio capelluto, mentre induce il catagen nei follicoli piliferi del cuoio capelluto occipitale maschile. L’eccesso di prolattina è collegato all’irsutismo negli studi clinici, molto probabilmente a causa della stimolazione dell’iperandrogenismo.
Di recente il recettore della prolattina è diventato oggetto di sperimentazioni che se avranno esito positivo potrebbero rappresentare la prima vera cura definitiva o di lungo periodo contro la calvizie.
Melatonina
La melatonina è un ormone che regola il ritmo di diversi sistemi fisiologici. I recettori della melatonina possono essere presenti nelle ghiandole sudoripare, nell’endotelio dei vasi sanguigni, nei cheratinociti epidermici e nei fibroblasti dermici, oltre che nelle cellule del follicolo pilifero. La melatonina influisce sulla pigmentazione di peli e capelli principalmente aumentando il numero di melanociti e la loro crescita, probabilmente accelerandola. Uno dei ruoli della melatonina è quello di attivare il fattore nucleare eritroide 2 (Nrf2). Questo fattore ha un impatto significativo sulla protezione dei follicoli piliferi dallo stress ossidativo e quindi contrasta la riduzione della crescita dei capelli.
Melatonina ed estrogeni
La melatonina è stata studiata per la sua azione nei tumori dipendenti dagli estrogeni come il cancro al seno. Questo ormone inibisce l’espressione del recettore degli estrogeni ER-alfa che è coinvolto nel cancro al seno. Non agisce invece contro il recettore degli estrogeni ER-beta che pure favorisce la crescita dei capelli. Pare infatti che possa anche aumentare l’espressione di quest’ultimo recettore. Questo spiegherebbe l’impiego della melatonina topica proposto per contrastare la calvizie comune.
Fig.3: gli integratori a base di melatonina sono usati per migliorare la qualità del sonno.
Cortisolo
Il cortisolo è un glucocorticoide prodotto dalle ghiandole surrenali. Dal momento che lo stress psicofisico porta a un aumento della sintesi di questo ormone, il cortisolo viene chiamato «ormone dello stress». Lo stress agisce negativamente sulla capigliatura, ma il cortisolo è prodotto dal nostro corpo per far fronte ai danni causati dallo stress. La forma farmaceutica del cortisolo, l’idrocortisone, è infatti utilizzata topicamente per contrastare gli effluvi e lo stato infiammatorio che spesso è presente nella calvizie comune. Tutti i cortisonici peraltro incentivano la crescita dei peli e dei capelli. Tuttavia la loro potenza, il dosaggio, la frequenza e la durata di applicazione, se eccessivi, possono danneggiare la capigliatura.
Secondo uno studio livelli elevati di cortisolo portano a una diminuzione della formazione e allo smaltimento precoce dei modulatori del follicolo pilifero, come i proteoglicani e i derivati dell’acido ialuronico.
CRH, corticoliberina
La risposta allo stress ha come ultimo attore il cortisolo. Questo viene attivato dall’ormone ipofisario ACTH, la corticotropina, che a sua volta è attivato da un ormone ipotalamico, la corticoliberina (CRH). Questa è il «fattore di rilascio della corticotropina» (Corticotropin Releasing Hormone) un ormone chiave dell’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surreni) nella risposta periferica allo stress. Uno studio ha rilevato che l’allungamento del fusto del capello è fortemente inibito dall’attivazione del CRH.
Ormoni tiroidei
I recettori degli ormoni tiroidei sono stati rilevati sulle cellule della guaina epiteliale esterna dei follicoli piliferi. Si ritiene che gli ormoni tiroidei siano responsabili della regolazione della frequenza del ciclo pilifero. L’ipotiroidismo causa una diminuzione della frequenza delle fasi di crescita dei follicoli, mentre l’ipertiroidismo causa capelli sottili. Il telogen effluvium colpisce circa il 50% delle persone con ipertiroidismo e il 33% delle persone con ipotiroidismo. Tuttavia un effluvio grave non sempre riflette un grave squilibrio endocrino. L’ipotiroidismo nelle sue fasi iniziali può manifestarsi proprio con un effluvio in telogen.
T3 e T4
Nonostante la problematicità degli ormoni tiroidei la ricerca li ritiene efficaci sulla crescita dei capelli. HairDAO, una società che finanzia le ricerche sulla calvizie, ha infatti annunciato di recente il finanziamento del suo primo progetto . Si tratta di una collaborazione con il famoso ricercatore tricologo dr. Ralf Paus della società Cutaneon con sede in Germania. HairDAO e il dr. Paus valuteranno proprio gli ormoni tiroidei T3 (triiodiotironina) e T4 (tiroxina) come potenziali terapie topiche per l‘alopecia androgenetica.
Fig.4: triodiotironina (T3) e tiroxina (T4) i due ormoni prodotti dalla tiroide.
Gli ormoni tiroidei T3 e T4 sono farmaci comuni prescritti in tutto il mondo per le persone affette da ipotiroidismo. L’idea di utilizzare gli ormoni tiroidei per trattare la calvizie è stata studiata dal Dr. Paus in studi precedenti iniziati nel 2008. Ora il dr. Paus testerà il T3 e il T4 sui follicoli dei capelli in coltura evitando di utilizzare il modello animale.
Il precedente di Piliel
Negli anni ’90 era stato creato un preparato che conteneva tre dei sopracitati ormoni. Si trattava del Piliel della dr.ssa Ella Lindenbaum dell’Istituto Technion di Haifa in Israele. Nel Piliel erano presenti T3, GH e insulina. Nella versione cosmetica poi commercializzata, l’FNS, l’insulina venne sostituita con la cannella che avrebbe proprietà simili e gli altri due ormoni vennero eliminati. Comunque il T4 si può trovare, come levotiroxina, in creme contro la cellulite.
Fig.5: i test sull’uso del Piliel con i tre ormoni (GH, insulina e T3). Dopo 6 mesi mostravano un incremento nella conta dei capelli del +17%.
Buoni o cattivi?
L’azione degli ormoni sui capelli presenta quasi sempre luci e ombre. In alcuni casi parrebbe mostrare il paradosso di alcune sostanze valutate come anticalvizie. Queste, come i sali di litio o l’acido valproico, favorirebbero la crescita dei capelli se usati topicamente, mentre l’assunzione orale può innescare la caduta. In particolare questo sembra valere per l’insulina e l’IGF-1, per il cortisolo, per gli ormoni tiroidei e forse per la melatonina.
Azione topica e sistemica
Per provare a spiegare questo paradosso bisogna tener conto che gli ormoni non agiscono in una sola direzione. Gli ormoni interagiscono tra loro e attivano molteplici percorsi biochimici. Pertanto è importante capire quale azione finisca per prevalere. E peraltro ovvio che il maggior numero di interazioni avviene con la presenza sistemica degli ormoni in circolo e nei vari tessuti. L’azione topica è più specifica e mirata, comporta minori effetti collaterali, ma è meno prolungata dell’azione sistemica.
Questo è quanto si constata anche con i farmaci anticalvizie che sostanzialmente emulano gli ormoni. L’efficacia maggiore si ha con l’assunzione sistemica, ma questa comporta il rischio di maggiori effetti collaterali.
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