Le correlazioni tra sindrome metabolica e calvizie
Diversi studi hanno collegato la calvizie comune a patologie sistemiche, tra cui rischi cardiovascolari e sindrome metabolica estendendo la portata dell’AGA oltre l’aspetto estetico. Uno studio recente ha trovato una proteina, l’alarina, che correla la gravità della sindrome metabolica con quella della calvizie.
Sindrome metabolica
Per avere la sindrome metabolica, devono essere alterati almeno tre dei seguenti fattori metabolici alterati:
- Circonferenza addominale ≥ 94 cm negli uomini e ≥ 80 cm nelle donne;
- pressione arteriosa, maggiore o uguale a 130/85 mmHg o ricorso a terapia medica;
- glicemia a digiuno, maggiore a 100 mg/dl o diabete conclamato;
- trigliceridi nel sangue, maggiori o uguali a 150 mg/dl;
- colesterolo HDL, minore di 40 mg/dl negli uomini e 50 mg/dl nelle donne.
Sindrome metabolica sintomi
I sintomi della sindrome metabolica sono il sovrappeso e l’obesità, l’ipertensione arteriosa, la resistenza all’insulina e la dislipidemia. In particolare, la dislipidemia consiste in alterazioni della quantità di lipidi, ossia di grassi, nel sangue, in particolare trigliceridi e colesterolo.
Sindrome metabolica: cos’è l’alarina?
L’alarina è un peptide composto da 25 aminoacidi che ha un ruolo nell’assunzione di cibo e nel metabolismo. Si tratta di un nuovo membro della famiglia dei neuropeptidi della galanina. Degli studi, hanno dimostrato che l’iniezione nei ventricoli cerebrali dei ratti di alarina può promuovere un aumento dell’assunzione di cibo e del peso corporeo. Studi recenti hanno mostrato che i livelli di alarina sono molto più elevati nei pazienti con diagnosi recente di sindrome metabolica e che il test da carico orale di glucosio (OGTT), l’iperinsulinemia acuta e l’infusione di lipidi possono influire sul livello di alarina circolante.
Fig.1: La circonferenza addominale, o girovita, è la discriminante usata nello studio per stabilire chi è affetto da sindrome metabolica.
Il campione
Lo studio che ha voluto cercare una correlazione tra livelli di alarina, sindrome metabolica e calvizie ha coinvolto in tutto 80 persone (età 24-62 anni). 50 di questi volontari presentavano calvizie comune nei vari gradi della scala Hamilton-Norwood, mentre gli altri 30 rappresentavano il gruppo di controllo non affetto da calvizie.
Con un semplice prelievo del sangue a ciascun partecipante al test è stata misurata, oltre ai livelli di alarina, la glicemia a digiuno, la pressione arteriosa e il profilo lipidico dei soggetti, compresi trigliceridi, colesterolo totale, lipoproteine ad alta densità (HDL), lipoproteine a bassa densità (LDL) e lipoproteine a bassissima densità (VLDL).
La sindrome metabolica solo nei calvi?
Nei volontari che mostravano calvizie la sindrome metabolica è stata diagnosticata nell’82% dei casi. Invece, nel gruppo di controllo la sindrome non è stata riscontrata. Tuttavia, va detto che la discriminante seguita era quella della circonferenza addominale uguale o superiore ai 94 cm e in questo gruppo si arrivava al massimo a questo valore. Per avere diagnosi di sindrome metabolica secondo i criteri seguiti da questo studio, oltre a questa discriminante, bisognava avere altri due valori alterati di quelli sopra elencati. Pertanto, nel gruppo di controllo avere tre valori alterati diversi da quelli della circonferenza addominale non avrebbe portato alla diagnosi di sindrome metabolica.
Gli altri valori
La glicemia a digiuno è risultata significativamente più alta nei pazienti affetti da calvizie (95,32±14,32) mg/dl rispetto ai soggetti di controllo (78,43±13,85) mg/dl. Così la pressione arteriosa massima e minima che è risultata più alta nei pazienti con calvizie rispettivamente (125,0±5,44) mmHg e (80,50±6,94) mmHg, in confronto ai soggetti di controllo con (112,50±9,54) mmHg e (73,0±7,02) mmHg.
Livelli di alarina
Lo scopo principale dello studio era quello di verificare se i livelli di alarina, che sono più elevati in chi ha la sindrome metabolica, risultano alterati anche per la calvizie. Come era prevedibile, il livello di alarina sierica è risultato significativamente più alto (9,31±13,34 ng/mL) nei pazienti rispetto ai soggetti di controllo (1,09±1,60 ng/mL).
Fig.2: La classificazione Norwood per dei diversi gradi di gravità della calvizie maschile.
L’indicazione più rilevante
Tuttavia, l’indicazione più rilevante di questo studio è risultata quella che ha mostrato la correlazione positiva tra i livelli di alarina e i gradi della scala Hamilton-Norwood che indicano la gravità della calvizie. È peraltro stata notata una correlazione positiva dei livelli di alarina con la presenza della calvizie nei pazienti (in media poco più di 12 anni).
Questa indicazione è importante perché quasi sempre in studi di questo genere viene trovata una correlazione tra la calvizie e un altro fattore, ma difficilmente viene rilevata una correlazione positiva o anche negativa con i gradi di gravità della calvizie.
Non solo calvizie
Per quanto riguarda i singoli fattori della sindrome metabolica, l’alarina è risultata positivamente correlata in modo significativo con i livelli dei trigliceridi, con il colesterolo e con le lipoproteine LDL e VLDL. L’alarina è risultata correlata positivamente anche con la pressione sanguigna, ma non in modo statisticamente significativo. Inoltre, il peptide è risultato correlato in modo significativo con un valore che è indirettamente correlato con la sindrome metabolica pur non appartenendo all’elenco dei fattori che la caratterizzano. Si tratta dell’indice di massa corporea, in sigla BMI.
Indice di massa corporea
Il BMI si ottiene dividendo il peso corporeo in chilogrammi per l’altezza in metri elevata alla seconda potenza, ossia moltiplicata per se stessa. Una persona che pesa 80 kg ed è alta 1,80 m ha un BMI di 24,69 (80/1,82=80/3,24=24,69).
Con il BMI viene stabilito il sovrappeso e l’obesità, un BMI superiore o uguale a 25 è indice di sovrappeso, mentre oltre 30 è indice di obesità. L’obesità si divide poi in obesità di I grado, con BMI fino a 35, di II grado con BMI fino a 40 e di III grado, con BMI fino a 50. Con un BMI superiore a 50 si parla di super-obesità.
Tutta colpa dell’alarina?
Dopo aver trovato anche questa correlazione tra livelli di alarina e calvizie, oltre ad aver confermato la correlazione con la sindrome metabolica, i ricercatori dello studio si sono chiesti se l’alarina possa anche essere una causa della calvizie. I suoi recettori sono stati rilevati nella microvascolatura delle papille dermiche. La riduzione del flusso sanguigno dermico e la diminuzione della permeabilità vascolare dermica sono i principali meccanismi ipotizzati per mezzo dei quali l’alarina potrebbe esercitare la sua risposta vasoattiva nel derma. Poiché è stata rilevata una compromissione della vascolarizzazione nelle papille dermiche del cuoio capelluto affetto da calvizie, gli autori di questo studio ipotizzano che l’alarina possa avere un ruolo agendo a livello dei capillari.
Fig.3: Gli uomini con obesità di grado elevato di solito non sono calvi. Forse la calvizie è più una prerogativa di chi è solo “robusto”?
Il peso in eccesso porta alla calvizie?
Gli studi che hanno evidenziato la correlazione tra calvizie comune e sindrome metabolica possono portare a semplificare queste ricerche affermando che gli eccessi di peso corporeo siano la vera causa della calvizie comune. Pertanto, si potrebbe pensare che il rientro nel peso forma dei soggetti con calvizie dovrebbe invertire il processo della calvizie, facendo rispuntare i capelli persi. Ovviamente sappiamo bene che questo non avviene, anche se di una dieta equilibrata che porta anche a una riduzione del peso la capigliatura può sicuramente beneficiarne in termini di qualità.
Le sindromi della modernità
La sindrome metabolica così come la sindrome dell’ovaio policistico sono diagnosticate con il manifestarsi di una serie di sintomi ed alterazioni di alcuni valori fisiologici. Descrivono comunque delle condizioni molto comuni che si vanno diffondendo da anni in tutto il mondo civilizzato soprattutto per lo stile di vita adottato. Questo prevede un’alimentazione ricca di carboidrati, ossia di zuccheri, e di grassi e una vita spesso molto sedentaria con poca o nulla attività fisica, nonché stress elevato e riduzione delle ore di sonno e di riposo.
La calvizie è pure una condizione molto diffusa e come la sindrome metabolica va sviluppandosi con l’invecchiamento. Nessuna sorpresa, quindi, che due fenomeni così diffusi e che si sviluppano nello stesso senso possano risultare o apparire in qualche modo collegati.
Questione evolutiva
Le ricerche sulla calvizie comune sono andate estendendo sempre più il numero di geni coinvolti per questa condizione. Alla base della sindrome metabolica ci possono essere geni in comune con la calvizie, ma questa sindrome è un fenomeno collegato all’evoluzione della nostra specie e al cambiamento del nostro habitat. La possibilità di accumulare riserve di energia e, quindi, di grasso da utilizzare negli inevitabili lunghi periodi di carenza di cibo rappresentava un grande vantaggio per i nostri antenati che dovevano trarre sostentamento dagli alimenti reperibili in natura per sopravvivere. Invece, diventa una sindrome nell’ambiente moderno in cui di cibi ricchi di energia di cui fare scorta c’è una grande disponibilità.
Il meccanismo dell’accumulo in vista di una carenza di cibo premiato dall’evoluzione finisce per portarci a consumare senza limiti e con avidità proprio gli alimenti più energetici ricchi di zuccheri e di grassi con le note conseguenze.
Gli ormoni della fame
A questo scopo si affrontano nel nostro corpo gli ormoni che aumentano o riducono la fame, ossia la grelina, la leptina e altri. A queste si aggiunge la galanina, che coinvolge il sistema nervoso essendo un neurotrasmettitore. L’alarina è un tipo di galanina scoperta più di recente. Prima di farne una nuova molecola “cattiva” sul modello del famigerato metabolita del testosterone, il DHT, facciamo presente che in uno studio sono stati riscontrati livelli ridotti di questo peptide nei soggetti affetti da Alzheimer rispetto ai soggetti sani.
Fig.4: Gli ormoni della fame e dell’appetito: la grelina da sola dovrebbe controbilanciare tutti gli altri.
Singoli fattori
Analizzando i singoli fattori della sindrome metabolica vediamo come negli ultimi anni questi sono stati correlati alla calvizie con riscontri pratici positivi o meno.
Pressione arteriosa
Degli studi dell’Università di Granada in Spagna hanno evidenziato una correlazione tra la pressione elevata e la calvizie sia negli uomini che nelle donne. Possiamo però dire che diversi utenti del forum sulla calvizie non si sono riconosciuti in questa caratteristica dichiarando di avere una pressione bassa o comunque nella norma.
Resistenza all’insulina
La resistenza all’insulina era stata ipotizzata alcuni anni fa come una causa diretta della calvizie. Questo perché il ciclo energetico delle cellule dei follicoli dei capelli che manifestano calvizie risulta compromesso. Si sono, quindi, utilizzati preparati a base di glucosio e di adenosina trifosfato (ATP) per “energizzare” queste cellule, ma gli esiti non sono stati così entusiasmanti. Diverso pare l’utilizzo dell’insulina che anni fa si trovava nel cosmetico Piliel che veniva molto apprezzato da chi ha avuto modo di utilizzarlo.
Va comunque chiarito che chi soffre di diabete tipo II non è necessariamente in sovrappeso o calvo. Piuttosto è chi è in sovrappeso od obeso che ha un maggior rischio di sviluppare diabete tipo II.
Colesterolo e trigliceridi
Su colesterolo, trigliceridi, lipoproteine e calvizie ci sono alcuni riscontri empirici più consistenti. Una terapia contro la calvizie che ha avuto di recente un certo apprezzamento degli utilizzatori è quella a base delle procianidine estratte da varie specie vegetali, di cui la più nota è la Mela Annurca. L’integratore a base di Mela Annurca è infatti nato come rimedio per abbassare i livelli di colesterolo e i trigliceridi elevati ed è stato, quindi, sviluppato contro la calvizie dopo i riscontri avuti a livello di miglioramento della capigliatura nel gruppo testato per il colesterolo. Anche gli acidi saturi delle palme come la Serenoa repens è l’olio di cocco a cui si ricorre come anti-DHT, hanno un effetto che va parzialmente in questo senso dal momento che aumentano il colesterolo HDL, quello “buono”, che nella sindrome metabolica risulta ridotto.
Fig.5: Gli estratti di mela Annurca, ricchi di procianidine sono nati come rimedi efficaci contro il colesterolo e i trigliceridi e in seguito si sono rivelati utili per contrastare la calvizie maschile e femminile.
Altri paralleli
Altri paralleli tra sindrome metabolica e calvizie sono purtroppo legati alla difficoltà di risolvere definitivamente il problema. Entrambe dipendono da una configurazione genetica che tende a realizzare il suo obiettivo. È noto che le diete possono anche essere efficaci nel portare il corpo al peso forma, ma una volta terminate il corpo riprende il peso perso con il cosiddetto “effetto yo-yo”. Lo stesso avviene con la calvizie all’abbandono delle terapie più efficaci come minoxidil topico insieme a finasteride orale. Calvizie e sovrappeso sono infatti condizioni “normali”, ma che si manifestano in un contesto ambientale e sociale che non è più quello nel quale queste condizioni si sono sviluppate inizialmente. In altre parole, “grasso” e “calvo” non sono “belli” oggi, ma sono sicuramente condizioni “naturali”.
Possibili sviluppi
Studi come quello qui illustrato possono contribuire a individuare nuovi percorsi e, quindi, nuove terapie per bloccare la calvizie e magari, mettendoci molto ottimismo, ripristinare una capigliatura rigogliosa. Come è del resto affermato nello studio stesso, servono altri studi su campioni più consistenti per convalidare le conclusioni a cui perviene. Restando sempre piuttosto ottimisti, si potrebbe arrivare a stabilire che il contrasto della sindrome metabolica o il rientro nel peso forma, possono rallentare o addirittura bloccare la calvizie, prendendo, come si suol dire, due piccioni con un fava.
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